Giuseppe De Vincenti
ITALIAN TOUCH:
GIUSEPPE DE VINCENTI
by Silvia Cesarini
“Galeotto” fu… il dono della scatola magica!
Intervistando i prestigiatori italiani, ho appurato che la maggior parte di loro deve la passione per la Magia, passione diventata poi la loro professione, al classico regalo natalizio di un tempo ma di moda ancora oggi: la “scatola magica” per eccellenza ovvero quella del Maestro Silvan, da me tanto agognata, che ha mietuto migliaia di fans !!! Ebbene, intervistando Giuseppe De Vincenti ho potuto constatare che anche lui rientra tra questi, anzi lui addirittura si ritiene da questa folgorato come San Paolo sulla via di Damasco!
Questo, tra le righe, invita a riflettere come e quanto nel giro di pochi anni l’approccio e l’apprendimento siano cambiati.
Giuseppe non è “allievo” di youtube, ma per apprendere si recava in libreria tra “le sudate carte” a cercare i testi giusti su cui studiare, poi interpretava gli effetti che vedeva eseguire in televisione dai tre grandi della Magia italiana contemporanea che per primi hanno bucato il video:
il Maestro Silvan, Tony Binarelli e Alexander. Questo per nulla togliere ad altri grandi Maestri della Magia italiana, ma quelle, trasmissioni, prime e ineguagliabili, hanno lasciato un segno profondo e indelebile.
In seguito fu “stupito” da una rivista, la prima rivista magica che non solo spiegava i giochi ma raccontava anche la storia della Magia. Il suo rammarico da bambino era quello di non poter frequentare il club magico più vicino perché la sua giovane età non gli permetteva di viaggiare in treno, ma poi quando fu più “grandicello” superò l’esame e fu accolto nel club di Bologna.
Questo per far capire che l’amore per la Magia, che poi è diventato il suo lavoro, non è nato cliccando sul web ma conquistato studiando e facendo anche tanta gavetta, parola ai giovani oggi sconosciuta! Infatti Giuseppe si recherà a Milano, dove incontrerà Maestri che diventeranno suoi grandi amici, poi la classica telefonata che gli cambierà la vita perché gli aprirà le porte del lavoro, non solo, ma gli permette di conoscere una persona davvero speciale (ma non vi anticipo il nome!), definita ”un Amico, un Fratello” con cui ha condiviso viaggi, spettacoli e serate piacevoli come avviene tra veri amici!
La morte di Vittorio Marrazzi, proprietario del negozio “Magic Moment Shop” a Milano lo porta alla decisione di trasferirsi là definitivamente e, non solo inizierà a lavorare nel suo negozio, ma questo viaggio segnerà anche una svolta sentimentale e magica nella sua vita! Poi l’incontro con maghi milanesi tra cui Vanni Bossi da Giuseppe definito “un altro genio della magia”!
Un’esperienza, quella di Giuseppe, molto ricca dal punto di vista umano, non solo per l’aver potuto conoscere e collaborare con Maestri di grande spessore umano oltre che, eccellenti a livello professionale, umili e suoi compagni di viaggio, nonché grandi Amici. Ma anche per il confronto non sempre facile con i colleghi ai vari concorsi a cui ha partecipato, i consigli preziosi di Carney che l’hanno aiutato a “crescere”, l’amicizia con alcuni maghi francesi, l’aver aiutato artisti agli esordi televisivi, di essersi per loro prodigato per poi sentirsi messo da parte. Davvero a volte basterebbe anche solo un “Grazie”, che sembra una parola davvero difficile per alcuni, ma questo rammarico è poi stato compensato dall’incontro con Gianluigi Sordellini e dalla nascita del Club a Melegnano, che ha coronato un sogno di Giuseppe e dato la possibilità di collaborare anche con la rivista.
1_ Ciao Giuseppe, intervistando un mago la prima domanda che sorge spontanea riguarda come è nata questa passione e se c’è un episodio in particolare a riguardo o se è avvenuto in modo del tutto casuale.
Nel tuo caso, già da bambino eri appassionato?
Hai centrato la domanda … hahahah!
Tutto ebbe inizio una sera del mese di Dicembre e con i miei genitori e le mie sorelle eravamo in giro e il mio occhio cadde sulla” scatola di Silvan” e fui come Saulo di Tarso sulla via di Damasco. I miei genitori mi acquistarono la scatola e da li ebbe tutto inizio.
2_ Quanto è stato importante affiancare i primi studi degli effetti con la visione delle esibizioni televisive dei Maestri per eccellenza della magia italiana?
L’importanza è stata “vitale” per me, perché devi sapere, cara Silvia, che all’epoca non c’era tutta questa informazione e quello che riuscivi a conquistare era veramente sudato.
Da un certo punto di vista era meglio, non c’era Youtube con i tutorial che spiegano tutto o danno l’impressione di spiegare tutto.
3_ Chi di loro in particolare ti ha colpito e perché?
Il “primo contatto” fu con il mago per eccellenza, Silvan, poi in seguito venne anche Tony Binarelli. Due icone vere della Magia Italiana, tra l’altro volevo dire una cosa (tanto dico tutto quello che penso) ora si guardano con distacco e con risolini accondiscendenti (non sempre) ma bisogna ricordare che se la Magia in Italia è diventata tale lo si deve a loro due e poi, ultimo ma non ultimo, Alexander che con la trasmissione “Zim Zum Zam” ha dato un bel colpo alla Magia in Italia e segnatamente in televisione. A queste tre persone, che mi onorano della loro conoscenza e della loro amicizia, devo il mio grazie personale per tutto quello che hanno fatto e continuano a fare per la magia.
4_ Oltre alla visione delle loro performance televisive, quanto è stata importante la lettura dei libri per la tua formazione magica?
Come ti dicevo prima, io vengo da una generazione che non aveva Internet e youtube, quindi quello che avevi dovevi sudartelo, l’unico modo per avere qualcosa era andare in libreria e pregare di trovare qualcosa di magico. A questo proposito voglio dirti i due libri che hanno segnato il mio modo di essere “mago”: ‘Arte Magica’ di Silvan, una raccolta di maghi dall’Egitto fino ai tempi moderni, con la loro storia e il progredire di quest’Arte nel tempo.
L’altro è stato (e lo è tuttora per chi ha voglia di studiare) quello di Patrick Page: una vera manna per chi non aveva nulla da leggere, edito dalla Mondadori (se non ricordo male) è un compendio di tutto. Dalla micromagia alla magia da scena.
5_ Crescendo, il tuo interesse è rimasto a livello personale o nella tua città hai iniziato a frequentare un club magico?
La mia città, o per meglio dire, la città che ha ospitato una parte della mia vita, è stata Modena.
Facciamo un passo indietro, io nasco a Palermo e poi mi sposto ad Avola un paesino nel sud della Sicilia. Poi da lì mi trasferisco a Modena dove mio padre svolgeva il lavoro di agente di custodia e mia madre la sarta. A Modena non c’erano club magici alla mia epoca, l’unico punto di riferimento era Bologna ma la difficoltà era raggiungere il capoluogo e da bambino non mi era consentito andare
“fino a Bologna” da solo, quindi ho dovuto attendere di essere un pò più grandicello.
6_ Oltre ai libri anche la lettura di riviste specializzate ti ha aiutato a crescere. Se sì, quali e perché?
Devi sapere che all’epoca (mi sembra di essere mio nonno) ci fu una grande rivoluzione magica:
“Stupire”, la prima rivista magica in edicola redatta da due persone speciali quali Vittorio Marazzi (Mago Marvy) e Carlo Faggi detto “Lello” per gli amici ma conosciuto come “Fax il mago” … quando il fax non si sapeva neanche cosa fosse ... hahahah! Rivoluzione, non tanto per quello che veniva spiegato ma per quello che rappresentava: un contatto con dei “veri” maghi e che ti raccontavano la storia della magia insieme a qualche gioco.
Per quanto riguarda le riviste magiche ricordo che anni fa frequentavo via Bertiera a Bologna (era la sede del Club Magico Italiano con segreteria ecc. ) e lì avevo la possibilità di vedere delle riviste e incontrare degli amici, ma il vero “segreto” era quello che riuscivi a prendere da loro perché allora era molto omertoso come ambiente, giustamente, dovevi fare vedere chi eri e se “meritavi” la conoscenza. A questo proposito sono contento di fare parte di questa nuova avventura dove cerchiamo,
ed io per primo, di metter per iscritto idee routine ma anche “profili” di Maghi del passato insomma tutto quanto faccia cultura a 360 gradi perché un Mago si “costruisce” anche e soprattutto” con la cultura.
7_ Chiacchierando con te, mi hai parlato di un interessante viaggio a Milano. Viaggio che si rivelerà importante per la tua formazione e soprattutto perché conoscerai due persone con cui hai
instaurato un importante rapporto di Amicizia con la “A” maiuscola.
Il mio viaggio a Milano mi ha portato a fare nuove conoscenze e a sviluppare nuove amicizie, oltre a
Simone, una persona a me molto cara e a Fabio, ho avuto il piacere e l’onore di conoscere Gian Paolo
Morelli. Un mago come quelli che si incontrano raramente nella vita, persona speciale e Mago con la “M” maiuscola. Dall’altro aveva un carattere non facile, se non lo conoscevi, perché lui sparava a zero su tutto, sui giochi o sulle presentazioni: mai sulle persone in quanto tali. Questo lo aveva reso “impopolare” tra le persone, ma d’altronde è il prezzo che si paga ad essere se stessi e non dei fantocci in balia del vento. Lui quando parlava con me diceva sempre di essere “Il numero 1” e aveva ragione, a volte facciamo fatica ad ammetterlo ma quando trovi qualcuno di veramente bravo, devi chinare il capo, come disse qualcuno più famoso di me “Ubi major minor cessat”. Simone e Fabio sono stati entrambi miei allievi e prima di questo Amici. Senza di loro mi sentirei dimezzato, ci unisce più di 20 anni di Amicizia e insieme ne abbiamo attraversati di eventi, però siamo sempre stati pronti a sostenerci anche se non ci vediamo più con la frequenza di una volta.
8_ Quando e dove hai iniziato a frequentare un club magico e come è avvenuto il contatto?
Come ti ho già detto la difficoltà era trovare una possibilità di andare a Bologna, cosa che avvenne qualche anno dopo, tramite una lettera a Silvan e poi una lettera a Sergio Benini (mago di Modena) vengo a sapere che in via Bertiera c’era la sede del Club Magico, tra l’altro era a cavallo della scomparsa (dolorosa) di Alberto Sitta, il periodo era più o meno quello. Morale della favola riesco a capire dove si trova la segreteria del Club, in via Bertiera a Bologna, e vado, ma quella sera non c’era nessuno e tra una telefonata e l’altra mi dicono che sono tutti al palazzo dei congressi per il convegno annuale. La settimana dopo mi presento alla sede del Club, non ricordo la via (da non confondere con Via Bertiera dove c’era la segreteria. Nella sede “vera” del Club si facevano le conferenze, lezioni e altro) ma era dietro la stazione e ci arrivavo a piedi. Entro e faccio la conoscenza di molte persone, spiego a Loria chi sono e cosa faccio e lui mi fa sostenere un esame davanti a Gianni Mattiolo. Io eseguo un Matrix con quattro monete e quattro carte, alla fine facevo parte ufficialmente della “congrega dei maghi”.
9_ A mano a mano che cresceva la tua formazione in ambito magico, hai pensato di dedicarti alla pratica di quest’Arte in modo professionale o hai continuato con i tuoi studi scolastici?
La scelta di fare questo professionalmente è stata una scelta voluta e pensata, perché la mia fidanzata dell’epoca decise di sposarsi con un altro e io decisi di fare quello che volevo della mia vita. Quindi terminati gli studi e il servizio militare lasciai il lavoro che svolgevo all’epoca e mi buttai a capofitto in quello che sarebbe diventata la mia professione.
10_ Tu mi hai parlato di una telefonata che a un certo punto ti cambierà la vita. Si è trattato solo di una telefonata o poi ne è scaturito altro? Chi era il magico interlocutore? E’ stato solo un collaboratore o si è rivelato molto di più: Amico e Maestro?
Ero sceso in strada per fare delle compere e quando risalgo mia madre mi dice:”Ti ha telefonato un certo Fabian, ha bisogno di parlarti” Immaginate voi uno come Fabian che chiama me? Se non fosse stata mia madre a dirmelo, avrei pensato ad uno scherzo di
cattivo gusto, ma così non era. Lo chiamai e mi disse che un suo amico aveva un ristorante e che aveva bisogno di un mago, il ristorante si chiama “Pane & Vino” ed è sito a Rubiera, una ridente cittadina nella prossimità di Modena e li ho cominciato a fare davvero seriamente Magia. Era bello e interessante, una sfida ogni settimana per fare sempre meglio. Quella telefonata diede a me l’occasione per fare quello che desideravo e di incontrare una persona che sarebbe diventato un Amico e un Maestro. Molti viaggi mfatti insieme, spettacoli ma anche serate in allegria con lui che era ed è (non mi piace parlare al passato) una persona speciale, veramente speciale! Un Amico, un Fratello, una di quelle persone che si incontrano raramente nella vita …
11_ Quale genere di magia prediligi, ad es. close up, magia di scena e se usi solo carte, o anche monete o altro?
Molti credono che io sia solo ed esclusivamente un Cardician … ma non è cosi, per il pubblico cerco sempre di dare quello che si aspetta da me, premendo sull’acceleratore quando serve.
12_ Mi hai detto che hai partecipato a diversi concorsi. Il primo è stato al Trofeo Arsenio a cui ne sono seguiti altri. Quali sono e se puoi ricordare qualche aneddoto ad esso relativo che ti ha colpito in modo particolare e aiutato a crescere.
Di concorsi ne ho fatti un paio e alcuni li ho anche persi. Ricordo il Trofeo Arsenio perché è stato un trionfo personale, ma anche la “bacchetta d’oro” e in particolare due mi sono rimasti assolutamente dentro, anche se ho perso in entrambi. Uno era il concorso di S. Vincent e l’altro era quello che si tiene a Juan Le Pin. A S.Vincent fu lo “scontro” con un cardician pieno di sè … ma che non ha vinto ancora un mondiale. Mi disse una frase che mi colpì, non ricordo cosa ma sicuramente influì sulla mia performance tanto è vero che a metà numero dovetti alzarmi e lasciare il concorso. Ma da quello imparai una lezione formidabile che voglio condividere con tutti voi: quel giorno dopo di me ci sarebbe stata la conferenza di John Carney (mago meraviglioso e una persona squisita), mi vide con le lacrime agli occhi e mi chiese cosa avevo. Gli spiegai cosa mi era accaduto e lui mi disse, e lo dico a tutti voi: “Vincent non lasciare che nulla influisca sulla tua perfomance, tu sei tu dimentica tutto e concentrati solo su quello che devi fare, trasforma l’energia negativa in energia positiva e poi lascia che le cose vadano come devono andare”.
Una lezione che valeva la pena di apprendere, nonostante tutto. Invece a Juan Le Pin sono arrivato 4° per un punto e i vincitori erano tutti francesi … hahahahah, no va bè i primi due sono due amici e meritavano Bebel & Bruno Copin, ma il terzo non credo proprio che meritasse, ma questo è. Un’altra
lezione: quando fai un concorso non ti lamentare mai, se accetti il concorso accetti anche la giuria con tutto quello che ne consegue. Si fa presto a dire “non hanno capito il mio lavoro ecc.” non serve a nulla, torna a casa fai un esame di coscienza e mettiti a lavorare ancora più duramente fino a quando non ottieni quello che desideri.
13_ In seguito alla morte di Vittorio Marazzi, ti sei trasferito a Milano e hai iniziato ad occuparti del suo negozio. Qui avverranno due incontri che daranno una svolta sentimentale e magica alla tua vita. Parlacene!
Un fulmine a ciel sereno! Una telefonata, era Fax che mi informava della scomparsa dello “zio” (noi aficionados lo chiamavamo zio) andai al suo funerale e in seguito andai ancora al negozio nel corso del tempo. In seguito con il mio Amico Simone acquistammo il negozio e lì feci due incontri che segneranno la mia vita per sempre: la conoscenza di Patrizia (che diventerà poi mia moglie) e Gian Paolo Morelli.
Patrizia è una persona speciale che mi ha dato più di quanto non abbia chiesto e la ringrazio ancora per questo, Gian Paolo ha cambiato il mio modo di “vedere” la magia.
14_ Che persona era Gian Paolo Morelli e cosa ti ha lasciato dei suoi “miracoli”?
Anche qui ci vorrebbe più del poco che sto per scrivere, ma spero che quel poco che dirò sia di stimolo per coloro che non hanno conosciuto Paolo. Lui era un vero spacca balle …. hahahah ma nel senso più buono della parola. Molti che lo hanno conosciuto lo ricordano come un tipo scontroso e pieno di sè ma non era cosi, a lui dava fastidio il fatto di fare le cose così tanto per fare, tanto sei un mago e capisci cosa sto facendo. Questo lo faceva trasalire ma nulla di personale, il suo commento era per il gioco non per la persona, ma molti non lo hanno capito. Ottima mente sia come cartomagia, ma anche come Gambling (quello vero) e mentalismo, insomma un mago a tutto tondo. Ho ancora una sua videocassetta dove esegue il suo numero da scena con le colombe e le carte. Una cosa particolare era proprio il suo numero da scena, una specie di “Sogno del giocatore”, da vedere è la sua produzione di carte e banconote, in cui alterna le carte e le banconote. Impressionante!
Mi sono sempre ripromesso di mettere di nuovo “in pista” il suo numero, spero un giorno di farcela!
15_ Nel corso del tempo hai conosciuto e frequentato altri maghi come Edoardo Pecar, Raul Cremona, Michele Foresta e Vanni Bossi. Puoi per favore dedicare un pensiero per ognuno e in particolare per Vanni Bossi che purtroppo non ho potuto conoscere, per capire quale persona e genio della magia egli fosse. Grazie!
Ti parlerò solo di Vanni, un gentlemen della magia. Una persona speciale con una mente sempre in rivoluzione, una pentola in perenne ebollizione. Profondo conoscitore e collezionista di oggetti preziosi, apprezzato nel mondo magico internazionale era una persona meravigliosa, Ricordo una serata passata con lui dove mi mostrava una cosa che stava elaborando per mantenere il controllo di una carta apparentemente senza fare nulla, spettacolare. Da lui ho imparato a provare e testare tutto quello che ti passa per la testa, una ottima lettura sono i libri su “Il corso di San Martino di Castrozza” sono delle letture che vi faranno capire chi era e il suo modo di pensare. Gli altri tre “ragazzacci” sono genio e sregolatezza, ognuno nel suo, in particolare Raul che sa essere un cartomago eccellente, nonostante l’apparenza.
16_ Mi hai parlato anche della tua amicizia con J.P. Vallarino e Gerard Mainart che anch’io conosco, sempre gentili e affabili. Solo amicizia, ma anche confronto e collaborazione? Come sono gli artisti stranieri?
La Magia all’estero è esattamente come in Italia, ci sono quelli bravi (pochi) e quelli che fanno numero. Forse l’unica cosa che fa la differenza è un’attenzione verso il singolo, se hai un idea (probabilmente) vieni spinto a fare delle cose. Si fa presto a dire “è del mio circolo” quando uno vince, in realtà l’attenzione di coloro che gestiscono un club è o dovrebbe essere un attenzione verso tutti e spingerli a fare. Questo darebbe lustro alla Magia Italiana anche all’estero. J.P. e Gerard sono due Amici che rivedo sempre con piacere, belle persone ed è sempre un piacere incontrarli. J.P. è una persona geniale, anche lui una testa sempre in movimento, pieno di inventiva e una persona meravigliosa. Forse troppo buona in un mondo di lupi.
17_ Una nota malinconica leggo nelle tue parole quando mi scrivi di sentirti “caduto nel dimenticatoio” pur avendo fatto e dato tanto. Anch’io, frequentando congressi e club mi sono fatta un’idea, ma vorrei sentire da te, a cosa attribuisci questo atteggiamento di “scansare” chi potrebbe dare tanto e portare invece sul palmo della mano chi, in termini pratici, fa cassetta e audience.
E’ vero Silvia, mi sembra che tutto il mondo magico si sia dimenticato di me … ti faccio un esempio senza citare nomi, tanto se volete riuscite a capire a chi mi riferisco. Anni fa un mago viene nel mio negozio e disperato mi chiede un aiuto perché deve fare una cosa in televisione e non sa cosa fare. Cominciamo a parlare e vedere cosa ha con sè e mettiamo su un numerino senza gloria e senza infamia ma che andava bene, e così fu. Andò così bene che vinse e poi in seguito ha fatto altre trasmissioni televisive e cose molto interessanti. Io non dico che devi essermi riconoscente per tutta la vita ma almeno un gesto, anche piccolo mi avrebbe fatto piacere. Fermo restando che quello che faccio è solo per il piacere di farlo, non m aspetto nulla ma ogni tanto un cenno o un grazie fanno piacere.
Probabilmente sono io che sbaglio.
18_ Una svolta positiva però ultimamente c’è stata grazie al tuo incontro con Gianluigi Sordellini, da te definito “persona rara e sincera”. Parlaci di cosa ne pensi di lui come Artista e delle iniziative che sta portando avanti.
E vero, l’incontro con “Gigi” è stato particolare, prima sul web e poi di persona in occasione dell’inaugurazione del Club a Melegnano. Piano piano abbiamo cominciato a scriverci e a parlare e poi quando è nato il Club a Melegnano è stato il coronamento di un sogno sia suo che mio. Come Artista lo conosco poco, non ho avuto modo di vedere cose sue ma come persona è la più sincera che abbia mai incontrato. Lui non gira attorno le parole ti dice quello che pensa, nel bene e nel male, anche se nel nostro mondo non è una cosa bella ... hahahah. Purtroppo molte persone pensano alla forma e non al contenuto, lui guarda il contenuto e poco alla forma e questo, se permetti, lo preferisco.
Preferisco una persona che mi dice che il mio numero fa schifo e mi spiega il perché ad uno che mi dice “Impressive” (impressionante) e poi dall’altra parte mi dice peste e corna. A questo proposito mi viene i mente una persona con cui ho lavorato, davanti era tutto rose e fiori e dietro ero solo un povero pezzente che senza di lui non avrei fatto nulla di buono, grazie ma non mi interessa. Preferisco 100 volte le persone come Gigi che gli altri.
19_ Ti piace personalizzare gli effetti o ne hai inventati anche di tuoi? E hai mai scritto un libro o ti piacerebbe farlo in futuro?
Ogni volta che faccio una conferenza propongo dei giochi miei o personalizzazioni di effetti che ho letto, la cosa a cui tengo è dare il credito a tutti coloro che hanno ispirato un effetto o un’idea. E una questione di correttezza. Non ho mai scritto un libro ma mi piacerebbe molto, tra l’altro una cosa che ho in mente è un libro su Paolo Morelli che, prima di morire, aveva fatto dei disegni su un libro che avrebbe voluto pubblicare, tutto dedicato agli impalmaggi.
Una meraviglia inedita nel panorama magico, spero di riuscirci prima poi.
20_ Prima di concludere, vorrei che mi rispondessi a questi tre quesiti: quanto è importante l’immagine di un mago sia come abbigliamento che per come ci si presenta in scena; cosa ne pensi dei tutorial e se, secondo te, si possa diventare un abile mago anche in età adulta?
Bella domanda. Ti dirò che credo che questa sia una cosa molto importante, ti rispondo con una frase “l’aspetto fisico è il primo passo per l’innamoramento” ed è vero, di una persona la prima cosa che ti fa innamorare è l’aspetto fisico, come è vestito, il portamento. Poi deve avere anche la sostanza, altrimenti non serve a nulla, unica eccezione Juan Tamariz. Hahahaha ... non credo di averlo mai visto vestito elegante, solo una volta ad una premiazione ad Hollywood ma è una rarità. Scherzi a parte lui può fare quello che vuole come vuole è così geniale che passa in secondo piano il suo abbigliamento, ma è una rarità.
I tutorial … Sui tutorial ognuno dice la sua e sono tentato di non risponderti, ma lo faccio volentieri, a tal proposito mi vengono in mente le parole di G.P. Morelli che dice che dovrebbero essere visti da maghi “adulti” cioè da persone che hanno una personalità ben definita. Mi spiego meglio, quando Aurelio era al Maurizio Costanzo Show ho visto molti maghi parlare e muoversi come lui, questo può fare piacere ma non va bene perché sei sempre la copia di qualcun altro. Il vero lavoro comincia quando impari a conoscerti e a fare le cose con il tuo “stile”, non è facile e ci vuole uno spirito di sana autocritica nel fare questo. A volte può essere utile parlare con qualcuno più “grande” di noi (in termini di esperienza) e farci guidare per scoprire la perla che si nasconde dentro la nostra conchiglia. Ognuno di noi è una persona speciale, basta solo farla venire fuori. Quindi tornando alla domanda che mi hai posto ti dico che i tutorial non servono a crescere, anche perché quelli che ho visto non mi sembrano molto buoni. Possono incuriosire, ma per me l’unico sistema per imparare è aprire un libro e cominciare a leggere, puoi fermarti, rileggere le cose che non hai capito e ricominciare daccapo qualora non ti fosse chiaro un passaggio. Io personalmente, molte cose, le ho imparate con questo sistema ... ma capisco che forse sono di un’altra epoca. Qualcuno storcerà il naso alle mie parole dicendo che anch’io ho fatto due video dedicati alla cartomagia e destinati al pubblico dei maghi, a mio discapito posso dire che ho cercato di essere onesto e di spiegare le cose in modo che siano alla portata di tutti e anche le spiegazioni ho provato a farle il più chiaramente possibile, ma come si dice “nessuno è perfetto”. Ti riassumo il concetto in una frase: “I tutorial spogliano la Magia del suo segreto …”.
Sì, si può diventare bravi anche in età adulta, ti faccio un esempio: Gianfranco Preverino. Lui credo che abbia incominciato in età matura ad interessarsi di prestidigitazione eppure guarda cosa è diventato, tutto dipende dall’amore e dalla passione che uno dimostra nei confronti di questa Arte. Dipende dal tuo insegnante e da quanto ci metti del tuo per fare in modo di riuscire a crescere, l’impegno, il lavoro la fatica, queste sono le cose che ti aiutano a crescere veramente non i giochi che compri alle fiere magiche (non c’è nulla di sbagliato in questo, ma prima devi capire realmente cosa vuoi fare e non lasciarti incantare dagli oggetti).
21_ Con una frase, o se preferisci con una parola, come definiresti la Magia?
L’Arte di nascondere l’Arte.
Mi spiego meglio con un esempio, se vedi eseguire il Back and Front a molti prestigiatori, sono perfetti, ma l’illusione che ti danno quale è? Quella di fare apparire delle carte, ma se tu vedi altri Artisti è diverso. Ti faccio un esempio: Richard Ross. Lui faceva il numero con gli orologi e le carte da gioco, ebbene restava stupito per primo di quello che faceva, era come se le cose gli accadessero non le cercava, gli capitavano, e questo dava un valore in più a quello che faceva. Come Tamariz e altri ancora, sono loro ad essere meravigliati di quello che accade “indipendentemente” dalla loro volontà e questo dà un valore in più a chi guarda. Tante volte quando lavoro mi capita di sentire dei commenti del tipo “ma tu sei bravo bravo” … è vero ma se lo dicessi io la persona si sentirebbe sminuita e allora io faccio sempre questo esempio, tu svolgi una professione e sarai bravo nella tua professione, io cerco di essere bravo nella mia: siamo pari. In questo modo rimane il fatto che io sono bravo (per il pubblico) ma non ne faccio un vanto e alla fine siamo tutti e due alla pari.
Adesso basta altrimenti scrivo un libro .. hahaha
22_ Grazie Giuseppe per la tua disponibilità e ogni volta, a fine intervista, chiedo all’Artista di esprimere un saluto a tutti i lettori.
Innanzitutto voglio ringraziare te Silvia per avere voluto condividere con me i miei pensieri e a tutti dico solo una cosa: studiate e impegnatevi per fare quello che volete fare. Sarà dura ma alla fine sarete contenti di quello che avrete ottenuto. Prima di chiudere vorrei fare un saluto particolare a degli amici che mi sono vicini in ordine così come mi vengono, non per importanza, sono tutti importanti. A Gigi per quello che fa, a Fabio e Simone due “fratelli” e a Patrizia il vero Amore della mia vita.
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