Gianluigi Sordellini


ITALIAN TOUCH:
GIANLUIGI SORDELLINI
by Silvia Cesarini


“Galeotto” fu … il Senato e la Camera dei Deputati!

1_ Ciao Gianluigi, sono onorata dell’incarico di intervistarti ma ne sento anche la responsabilità, sia perché ci conosciamo da diversi anni, ma non abbastanza in particolare riguardo a come è iniziato il tuo cammino nel mondo della magia. Poi tu sei il fondatore nonché Presidente SMI e della rivista a cui io collaboro intervistando artisti italiani e stranieri. Quindi …. “Io speriamo che me la cavo”!!!!!

Come ti sei avvicinato ed appassionato alla magia, cioè se sin da bambino o in età adulta, se è stato un incontro casuale e come hai conciliato questo interesse con il tuo lavoro in Polizia ela famiglia?



Ciao Silvia, come risponderti? Io credo che in ognuno di noi è celato il desiderio e la curiosità legata al sapere, e diciamo anche che la magia se non la ami ti incuriosisce comunque. Personalmente mi sono avvicinato a lei perché io sono stato e sono una persona attratta da ogni forma d’arte, (considerato) calcolando il mio trascorso, presente e spero futuro da musicista, essendo anche figlio d’arte. (Poi un giorno ) e, un giorno, quando frequentavo il primo anno di Università di Medicina a Roma, non so come, i miei occhi caddero su un annuncio attaccato ad una colonna che recitava quanto segue:

……… Si danno lezioni di Magia e Illusionismo privatamente. Per info chiamare il ………..

E’ inutile dirti che io chiamai quel numero e conobbi così colui che sarebbe stato il mio primo e unico Maestro in quegli anni ‘80, Eugenio Dellanno, che ringrazio e ringrazierò sempre per avermi indirizzato in questa meravigliosa arte, trasmettendomi i concetti dell’amore e della professionalità verso di essa.

Il colpo di fulmine lo ebbi durante un servizio di scorta presso la camera dei deputati. All’epoca prestavo servizio presso la III° Sez. Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Roma, e appunto come dicevo prima, durante un servizio di scorta, facemmo tappa a Piazza Colonna. Di lì camminando nell’attesa di riprendere la scorta, notai quello che divenne poi il mio punto di riferimento magico, ossia il famosissimo Magic Shop del Dott. Contigliozzi che portava la denominazione di “Curiosità e Magia”, credo meta di tutti i prestigiatori romani e non. Che dire, una vetrina fronte strada, con una “Zig Zag” esposta e tantissimi altri articoli magici così ben realizzata da guardarla così come un affamato guarderebbe un tavolo imbandito da diverse pietanze. Entrai e fui subito rapito dal mistero e dai giochi e (posso dire) possiamo dire che non ne sono mai uscito anche se oggi non è più lo stesso magico ambiente di allora. Dallo stesso Contigliozzi, vengo a conoscenza dei Club Magici come il CMI all’epoca e ancora oggi diretto da Franco Silvi e del Ring romano dell’attuale Andrea Turchi.

Quindi ho frequentato questi club ma per poco tempo perchè poi le costanti missioni, quando prestavo servizio presso la sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Roma, mi portavano sempre lontano e soprattutto fuori per lunghi periodi.

2_ Quanto ha influito vedere i prestigiatori come il Maestro Silvan, Tony Binarelli e Alexander esibirsi in televisione o allora ancora non eri interessato alla Magia?

Non ho mai visto Maestri in televisione, bensì Artisti o almeno questo è sempre stato il mio modo di guardare la TV. Credo fermamente che un buon Maestro non lo si possa cercare in televisione, in quel contenitore che ti regala notorietà e nient’altro. Ancora oggi dopo 30 anni di ambiente magico, noto sempre che allo stesso Silvan, o Binarelli o anche lo stesso Alexander l’unica cosa che gli viene chiesta incontrandoli, è una foto ricordo. Personalmente non ho mai visto chiedere niente riguardo la magia a nessuno dei tre, ma con questo non voglio dire che nessuno lo abbia mai fatto.

Lo stesso capita anche con gli artisti odierni di fama mondiale. Fatta la foto è sufficiente pubblicarla per far credere al mondo magico di avere “quella amicizia”, ma credo che l’amicizia con un’artista di spessore sia altra cosa, sia il sentirsi quotidianamente, il chiedersi come stai e soprattutto scambiarsi idee o chiedere consigli.

Personalmente non potrò mai dire come fosse Silvan come Maestro e lo stesso vale per Binarelli e anche per Alexander proprio perché non li ho mai avuti come Maestri, a parte la frequenza a qualche workshop o conferenza con loro. Il rapporto con il tubo o con la telecamera o con un prodotto per la televisione comunque esso sia, credo sia ben diverso dal rapporto Maestro e allievo ed ecco il perché mi sono abituato a guardare gli Artisti e non i Maestri in TV.




3_ Hai mai frequentato un club magico o da sempre hai preferito starne fuori per sentirti indipendente o per motivi di lavoro?

La strada di inizio credo sia uguale per tutti, nel senso che alla fine si finisce in un Club un poco per curiosità un poco con la speranza di imparare qualcosa. Si ho frequentato un club per qualche anno, ma poi me ne sono completamente dissociato, perché sono allergico ad ogni forma di politica “ambientale” e purtroppo nel mondo magico italiano ormai ci sta più politica che magia.

Credo che un Club debba essere un luogo di interscambio, di discussione, di cultura e soprattutto di apprendimento magico ma, almeno all’epoca, non lo era e oggi ancora meno trovo corrispondenza con il mio pensiero, per cui preferisco starmene nel mio pur frequentando di tanto in tanto anche qualche Congresso Magico.

4_ Dopo gli anni di studio condivisi con Eugenio Dellanno, mi hai raccontato di aver poi iniziato “lo studio da solitario”, intraprendendo il tuo cammino di formazione “aiutandoti con i libri e i vhs”. Sui libri di quali autori hai studiato?

Come ho detto all’inizio ho avuto la fortuna di iniziare il mio percorso sotto la guida di Eugenio Dellanno, un prestigiatore del panorama nazionale italiano e soprattutto romano.

Da lui ho ereditato il 90% della mia conoscenza iniziale, e soprattutto la cultura oltre alle tecniche.

Con lui si studiavano routines e storia della magia, per cui credo di essere stato fortunato anche perché all’epoca non esisteva You Tube o altro. Sempre con lui preparai anche il mio primo numero da scena, studiando le movenze, le prese al corpo e quant’altro, tutte cose che oggi il 90% dei prestigiatori italiani imparano su YT o almeno credono di impararlo.

Poi ho iniziato ad aiutarmi con i libri che lo stesso Dellanno mi consigliava, ed è inutile dire che gli autori consigliati erano Marlo, Vernon, Garcia, Dingle, Mendoza, Roth etc. etc, fino ad arrivare ai primi acquisti di VHS magici, che già all’epoca costavano un botto, in quanto alcuni superavano anche le 100.000 lire e io ne collezionai oltre 400 tutti originalissimi ahahahahaaha

Dirti, come è solito dire oggi, di aver iniziato sul Card College ti direi una bugia, ma credo di essere stato più fortunato perché vedere due mani dal vivo è molto più che vedere un disegnino su un libro, anche se il disegnino unitamente alla descrizione ti obbliga ad una attenzione maggiore per capirne la giusta esecuzione.

Rimango comunque stabile sul mio pensiero che sia il libro che la visione di un VHS o dell’attuale DVD, debba essere prima un compendio a quanto studiato dal vivo e poi un espandere le proprie conoscenze.



5_ Ho conosciuto il Dottor Riccardi quando venne a Pesaro e mi colpì quanta tenacia e passione ci fossero in quel piccolo uomo. Raccontaci perchè ti chiamò per congratularsi con te e anche del tuo “battesimo” artistico che ci fu in quell’occasione.

Fu un giorno in cui arrivò la sua telefonata. A dire il vero io non lo conoscevo personalmente e la telefonata mi stupì tantissimo, perché lui diceva di aver avuto tra le mani i miei VHS, prodotti dall’azienda DiFatta, dal titolo ‘Esperienze Cartomagiche’ vol.1 e 2 e aveva il desiderio di conoscermi e congratularsi personalmente.

Chiesi a mio padre di farmi compagnia, fissai l’appuntamento presso la sua residenza vicino Anzio se ben ricordo, o comunque giù di lì, e vi andammo.

Non ti nascondo che emozione e adrenalina si stavano fondendo dentro di me. Essere chiamati da una figura così autorevole nel mondo magico, credo che all’epoca non fosse stata comunque una occasione così frequente. Giunti alla sua villa fummo ricevuti e condotti nel suo magico studio.

Si parlò del più e del meno chiedendomi come mai e soprattutto da cosa nasceva la mia passione per la cartomagia, per arrivare ai miei VHS e quindi ai complimenti per il tipo di prodotto che avevo messo in circolazione, al punto che ricordo bene che mi chiese perché non farne altri, un consiglio che non presi seriamente e che forse avrei dovuto prendere, soprattutto in quel momento sociale, dove di italiano sulla magia ci stava ben poco, anzi erano prodotti rarissimi.

Un signore vecchio stampo della Magia, una persona che nonostante la sua posizione, comunque prese il telefono per contattarmi, cosa che oggi se non ti prostri tu a qualcuno, nessuno ti contatta pur vedendo cosa tu fai per il mondo magico.

Anzi a dire il vero ho visto consegnare premi “di famiglia” a persone che hanno scritto un libro e niente più, mentre io al mio attivo ho una produzione di ben oltre 13 DVD specifici e due libri, oltre a trattati specifici sull’Acqua e Olio e produzioni digitali, e mi sono sempre chiesto come tutto questo sia potuto passare inosservato alle alte sfere magiche e di qui la decisione di stare lontano da tutto ciò che politicamente viene rappresentato nel mondo magico.

6_ I VHS di cosa trattavano? Routines tue o tecniche ?

I VHS in questione erano due volumi. Nel primo era specificatamente trattato l’argomento della “Carta Ambiziosa”, credo ben sviscerato nei particolari sia tecnici che nella stesura della routine stessa, miscelata con altre specifiche routine, che solitamente vengono presentate separate e con altri nomi, e che io invece ho ritenuto fondere nella ‘Carta Ambiziosa’, in quanto ho la sana, o anche insana abitudine, di lasciare il tradizionale nella mia cultura magica, ma di oltrepassarlo nel mio pensiero magico.

Per capirci, un ‘Out of this world’, è un classico della cartomagia, ma rimane pur sempre una separazione di colore nero e rosso. Domanda: perché non poterlo aggiungere come effetto finale anche di ’Acqua e Olio’, che altri non è che una eterna separazione tra le carte nere e le carte rosse? Io non credo che se facessimo un ‘Out of this World’ agli spettatori gli dovremmo dire anche il titolo della routine che stiamo per eseguire ahahahaahahahaha.

Insomma lo spettatore è ignaro dei concetti specifici delle routine e si limita a quello che vedono i suoi occhi.

Il secondo volume parlava ed esponeva una serie di routine con i quattro assi interlacciate tra loro così da non creare punti morti o soste durante l’esecuzione, questo perché il mio concetto di Close Up ai tavoli è quello di essere un tamburo battente cercando di creare una situazione di continua crescita emotiva per poi arrivare al rilassamento sempre emotivo di fine esecuzione.

Il metodo della storiella per ogni routine, almeno per le mie esperienze lo vedo rilegato a serate più intime, ma in una sala di 200, 300 e anche 400 persone come è successo a me, il tempo di raccontare storielle credo fermamente non ci sia, per cui viene richiesto una sorta di Close Up, come si dice in gergo , a tamburo battente, ma anche questo, sono convinto che cambia di persona in persona e soprattutto anche dal luogo al luogo o per la tipologia di Location o di situazione per il quale si è chiamati ad interagire artisticamente.



7_ Da quando ti conosco ti ho sempre sentito parlare delle carte e, permettimi, di gongolarti su quanto ti piacciono e quanto soprattutto ti galvanizzi e appassioni reinventare routine e personalizzarle. Come mai proprio le carte ti hanno colpito e non monete o altro?

Sono tante le motivazioni che mi hanno indotto sulla strada della cartomagia. Il mazzo di carte è un attrezzo che trovi ovunque e soprattutto in qualsiasi casa. E’ facilmente trasportabile, anzi diventa un attrezzo inseparabile che hai sempre in tasca.

8_ Durante una delle nostre conversazioni, mi hai raccontato che intorno al 1980, l’incontro con un mago americano è stato fondamentale per indirizzarti in quello che tu definisci il “mondo cartomagico”. Dove lo incontrasti e perché ti colpì così tanto?

Sì, parliamo di John Mendoza, credo nel lontano 1980 o giù di lì. Vidi la sua conferenza carte e bussolotti in prevalenza, ma la mia attenzione cadde proprio sulla sua cartomagia.

Aveva delle routine ben congeniate per il pubblico e non per maghi, ma allo stesso tempo illudevano anche i maghi.

Quello che mi colpì del suo modo di presentare routines cartomagiche, era che ognuna di loro aveva un finale con due o più climax, così da portare in crescendo tutti gli stati emotivi dello spettatore. Molto semplicemente studiai la sua magia e ogni volta che eseguivo, e ancora oggi eseguo, le sue routines, la reazione del pubblico mi conferma che sono veramente devastanti. John Mendoza è stato colui che mi ha definitivamente instradato nel mondo cartomagico.

9_ A distanza di anni questo John Mendoza, famoso a livello internazionale, ma lungi dall’essere un divo sul piedistallo, è tornato in Italia, ha fatto una tourneè da te organizzata e a lui hai dedicato un libro con alcune sue routine da te personalizzate. Raccontaci di questa collaborazione e dell’amicizia che si è instaurata poi.

Si credo di aver veramente realizzato un miracolo, perché dopo 30 anni di assenza, sono riuscito a riportarlo in Italia, grazie ovviamente anche all’interesse nel mio progetto di tanti altri club, come lo stesso CMI (Club Magico italiano) di Gianni Loria, il Bartolomeo Bosco di Torino di Salvatore Rapacciuolo, il CMI Regionale Veneto di Andrea Veronese, AAMS della Repubblica di San Marino di Gabriele Merli etc. etc fino in Sicilia e, soprattutto, di esserci riuscito in combinata con il mio libro scritto appunto sulla sua magia, dal titolo “John Mendoza 52 modi di essere”, la cui copertina riporta la caricatura del Maestro John Mendoza ad opera di Juan Luis Rubiales con prefazione di Damaso Fernandez. In questo libro ho messo tutte le routines che conoscevo, da me rivisitate e rese “impromptu”. Un libro a tiratura limitata che appena uscito è andato a ruba. Ora del libro è prossima una nuova edizione in 3 lingue.



10_ Come è avvenuto invece il contatto con gli Artisti spagnoli con cui si è instaurato un forte e speciale legame di amicizia e un sodalizio di collaborazione e condivisione di questo interesse comune, la Magia? In particolare mi riferisco a uno di loro, Damaso Fernandez, che è diventato Presidente Onorario SMI, poi è venuto in Italia per delle conferenze e per inaugurare la sede di Melegnano.

Per scherzo navigavo su You Tube e vedevo filmati magici. Girando, girando vado ad imbattermi con “Acqua & Olio “ di questo signore dal nome Damaso Fernandez. Credo forse uno dei più belli che abbia mai visto e immediatamente lo contattai chiedendo se si potesse avere la spiegazione della routine. Che dire tempo qualche minuto e avevo il file in PDF sulla mia scrivania. Li capii subito che tanta grandiosità era supportata da tanta umiltà e decisi di approfondire la conoscenza. Iniziò così un rapporto online di quasi un anno, dove ci siamo detti e scambiati di tutto di più e, più parlavo con lui, più mi rendevo conto quanto nobile fosse il suo cuore nei confronti della magia.

Aveva un patrimonio di tecniche assurde, a dir poco impraticabili ma che le sue mani realizzavano con estrema eleganza e leggerezza. Dopo un anno mi misi in testa di andarlo a conoscere e così fu e organizzai il primo viaggio studi dello SMI a Madrid.

11_ Perché ritieni che la magia spagnola sia la migliore al mondo?

Ma più che pensarlo io, credo che siano i fatti a dimostrarlo soprattutto dopo l’ultimo F.I.S.M. tenutosi in italia dove la maggior parte dei primi posti e secondi posti sono andati agli spagnoli e a seguire agli orientali. Vedo il Close up spagnolo più vicino a quello italiano più di ogni altra forma. Gli spagnoli sono creativi è hanno dalla loro parte il vero senso della condivisione e del pubblicizzarsi a vicenda cosa che non vedo nella magia in Italia a meno che tu non appartenga a “qualcuno”!

12_ Chiacchierando con te si evince una visione più aperta di come condividere la Magia, libera da monopoli che invece di creare unione e armonia all’interno del panorama magico nazionale, hanno creato invece spaccature e contrasti a discapito della possibilità di condividere questo interesse comune. Come ti è nata quindi l’idea di fondare lo SMI e cosa lo diversifica dagli altri club ?

Lo SMI nasce, credo, come per dare un nome ad una propria passione e al proprio pensiero. Io non frequento più i club magici tradizionali dal lontano 1983 credo e anche se ultimamente mi sono riavvicinato, ho trovato l’ambiente obsoleto e peggiorato. Le persone che dirigono o meglio gestiscono le fila dei club sono, amichevolmente parlando, ottime persone a anche di ottima compagnia ma credo che abbiano dato un risvolto negativo negli ultimi anni alla magia italiana. Il FISM è diventato il MOM e il presidente FISM si è magicamente trasformato nella valletta forse del presidente MOM, pur restando il fatto che comunque il pubblico da casa abbia poi visto in televisione della magia di altissimo livello, ignaro di tutti gli inciuci che ci possano essere stati. Secondo, che in Italia tu possa scrivere anche 30 libri e pubblicare anche 30 DVD, ma mai nessuno ti avvicinerà per darti un premio o roba del genere se non appartieni alla “famiglia”. Ecco perché l’idea di una realtà magica fuori dagli schemi e dai giochi politici in genere.

Vogliamo solo parlare e studiare magia e possibilmente riuscire a creare un concorso dove vince la meritocrazia e non dove in giuria ci sia l’insegnante del concorrente o roba del genere, ma dove è palese l’imparzialità. Un posto dove gli studenti possano trovare corsi professionali e possano essere seguiti e preparati per eventuali concorsi, sempre che ti ci facciano accedere senza obblighi o sotterfugi vari.



13_ A cosa è dovuto il cambiamento dell’acronimo SMI da: Solo Magia Italiana a Società Magica Internazionale? 

Inizialmente si voleva patteggiare solo con il mondo magico italiano chiedendo ovviamente sulla nostra pagina di FB aiuto a chiunque volesse collaborare a qualche nostro progetto indistintamente dal colore della propria bandiera magica di appartenenza, soprattutto nel progetto della rivista in digitale. Bene, come sempre accade quando ognuno è troppo intento a curare il proprio orticello, la nostra richiesta è stata completamente ignorata, al punto che la collaborazione l’avemmo da Damaso Fernandez, John Mendoza, John Carey e tantissimi altri, e parliamo di personaggi mondiali della magia. Di qui iniziarono subito le polemiche di bassa fattezza proprio come nella politica italiana dove “tutti” guardano l’attuale sindaco di Roma cosa stia facendo ma che quei “tutti” non guardavano quando Roma era svenduta a Mafia Capitale.

Proprio “tutti” allora ci chiedevano come mai ci chiamavamo Solo Magia Italiana quando in realtà collaboravamo con la magia europea e mondiale in genere. A quei “tutti” e sempre pubblicamente nel gruppo SMI, già rispondemmo che era per via dell’assenza di collaborazione proprio da parte degli italiani ma non bastò, al punto che dopo uno stolcheraggio sulla domanda, decisi di trasformare l’acronimo in Società Magica Internazionale così da mettere a tacere quei “tutti” e da lasciare una unica sigla magica italiana in pace di regnare sul territorio, nonostante anche questa si avvalga di grandi collaborazioni magiche internazionali, solo che come in politica quello che faceva lo SMI era inspiegabile ma quello che fanno le altre società magiche italiane era spiegabile ahahahaahaha. Scusa il velo di polemiche ma davvero siamo stati aggrediti in ogni modo.

14_ Perché hai voluto anche una rivista digitale online? 

La rivista in digitale come organo di informazione nasce per due motivi:

1) Non avevamo soldi per farla cartacea.

2) Oggi il digitale è il futuro e noi forse siamo stati tra i primi in Italia ad avvalerci di un prodotto in digitale poi successivamente prodotto anche da altri.

Credo che così si possa mantenere informato tutto il mondo magico, spendendo solo nel proprio sforzo e nella conoscenza del web marketing.

15_ Con quali intenti è nata poi l’Università Magica Internazionale (UMI)?

L’U.M.I. Università Magica Internazionale nasce per due motivi:

1) Essere il gradino più avanzato dopo la frequenza dei corsi di avvicinamento prodotti appunto dallo SMI, come dire lo SMI = Scuola Superiore e l’UMI = Università

2) L’U.M.I. è presieduta dal nostro mentore Damaso Fernandez ed è una corsia preferenziale, o meglio un gemellaggio specifico con la magia spagnola, proponendo quei metodi di studio, quei programmi di studio direttamente da quelle menti eccelse e da quelle macchine da guerra per il Close-up che sanno di essere. Dico Close-up perché vogliamo settoriarci proprio nella specializzazione Close-up come ramo specifico dello studio della magia, lasciando la possibilità a tutti di poter frequentare e specializzarsi altrove magari per le grandi illusioni o specialità come la magia generale e quant’altro.



16_ Lo SMI prima quindi l’UMI, per arrivare poi alla realizzazione di una piattaforma E-Learning Magic School. Di cosa si tratta e quali opportunità offre a chi è appassionato di magia e vuole perfezionarsi e approfondire?

Si, sempre per restare al passo con i tempi, avendo degli iscritti lontano dalle nostre sedi, abbiamo pensato di creare una piattaforma E-Learning contenente i corsi online predisposti dai vari docenti, dove l’iscritto può anche avere un contatto SKYPE e chiedere maggiori informazioni sulle lezioni che studia. L’allievo avrà accesso alle lezioni scelte con delle credenziali personalizzate che lo trasporteranno in un aula virtuale dove potrà comodamente da casa seguire le sue lezioni che sono costruite e congegnate in maniera tale da non dare tot routine di studio ma un percorse ben preciso e analizzato per lo studio intrapreso.

17_Cosa rappresenta per te il close-up a contatto diretto col pubblico e cosa ne pensi quando viene

fatto sul tavolo posto su un palco?

Io amo il contatto quello vero, o come direbbe un gladiatore , amo l’arena e l’odore delle gente tutta intorno.

Mi eccita carpirne il battito cardiaco, il respiro e soprattutto la smorfia finale di meraviglia laddove l’effetto riesca ahahahaha. Sul palco hai un contatto con il pubblico diciamo digitale se si può dire o ancora meglio tecnologico, a mezzo magari di una telecamera e di un mega schermo, ma la realtà rimane sempre del prestigiatore che esegue e di un pubblico che segue a distanza.

Una sorta di muro invisibile, di barriera tra il pubblico ed il performer. Io odio barriere e muri virtuali, ripeto amo il contatto vero!



18_ Cosa ha significato per te l’avvento della magia nel web, la possibilità per chiunque di acquistare il materiale per le performance magiche online: la sua consacrazione o il suo impoverimento ?

Anche questa è una domanda tosta ahahahaha. Dirti di non considerare la realtà virtuale e quindi il web, i social e qualsiasi altra forma che porti a chiunque ad entrare nel nostro mondo, sarebbe da vecchi arretrati e non al passo con il futuro.

Molto più sinceramente credo che al passo con il futuro lo debbano essere i Club e chi li rappresenta, dando ai loro iscritti quello che comunque si andrebbero a prendere, in maniera sbagliata, dal web, inteso come cultura magica. Per quanto concerne gli acquisti che dire, anche qui il pesce puzza dalla capa, ma in una Italia dove il commercio è massacrato da una tassazione assurda capisco la necessità di aprire le porte a chiunque pur di portare un pezzo di pane in tavola.

Per le perfomance sono molto critico. Credo che si è persi di vista il fatto che i consensi vadano trovati nelle serate live e non davanti ad una telecamera nel costruire un prodotto da “like” per il web. Ma a lungo andare mi sono reso conto che il mago “PROFESSIONISTA”, a differenza dell’esibizionista, non crea perfomance online in cerca di “like”, sì forse qualcuno, ma magari solo per pubblicizzare un loro prodotto in uscita.

19_ Tu giustamente spesso “attacchi” chi si serve di youtube non per promuovere e divulgare la magia, ma per l’uso sconsiderato dei tutorial che ne svelano i segreti, la privano di quell’alone di mistero mettendola alla mercè di tutti e banalizzandola. Spiega cosa ne pensi.

Purtroppo a malincuore ho messo i remi in barca anche in questa battaglia inutile, perché a monte di quattro ragazzini in cerca di notorietà, ci sta sempre il tacito consenso dei club che nulla fanno per restringere questa piaga, e parlo a livello mondiale e non solo italiano, e soprattutto ci sono anche proprietari di magic shop che sfruttano l’immagine che qualche ragazzino si è fatto come youtuber per tirare dentro i propri interessi.

Orde e orde di bimbetti che corrono a spendere 30 euro per un mazzo di carte e non hanno 10 euro da investire in una conferenza. Sì i tempi saranno pure cambiati ma questo per me è allontanarli dal mondo magico vero e proprio.

20_ Ricordo quando mi parlavi del tuo progetto di sentirti indipendente dal CMI. Ora che è stato attuato e si sta ampliando cosa ne pensi della tua scelta di fondare una scuola, del sodalizio con la magia spagnola, di aver inaugurato diverse sedi in Italia e incontrato consenso e adesioni da molti maghi che si sentivano “dimenticati”?

Detto tra noi ho grossa stima del CMI (Club Magico Italiano), sia per la storicità che per i personaggi che lo presiedono. E’ inutile, polemiche a parte, la magia in Italia è stata portata avanti da due sigle maggioritarie che sono il CMI e l’IBM, per cui tanto di cappello per tutto quello che hanno fatto, che fanno e che continueranno a fare. Non si può non riconoscere la formazione di bravi artisti vincitori di diversi premi all’estero, e questo onora il mondo magico italiano. Io mi sono dissociato soltanto per motivi di pensiero contrastanti, ma capsico e riconosco di essere un soggetto difficile da prendere ahahaahahah. Per quanto riguarda le sedi aperte, proprio perché non vogliamo essere un CMI due, se queste sedi non rispettano il protocollo dello SMI o dell’UMI, allora preferisco chiuderle.

Per gli artisti dimenticati, ne ho conosciuti tantissimi, ma anche qui non possiamo non capire che il mondo cambia e che bisogna lasciare spazio ai giovani. Il problema nasce quando per comodità economica, si lascia spazio al giovane che nulla ha da dirti nè da raccontarti magicamente se non farti vedere qualche routine miseramente copiata e manco rivisitata, con la faccia di chi è già arrivato nel mondo magico.

21_ Considerato che tu sei una persona controcorrente, non dai importanza alle apparenze ma prediligi schiettezza ed essere te stesso senza condizionamenti di circostanza: quanto ritieni sia importante l’immagine di un mago sia come abbigliamento che per come ci si presenta in scena?

E no Silvia tu mi stai uccidendo con questi domandoni, lo fai apposta ahahahaahha. Io credo sia importantissimo costruirsi un abito sul proprio modo di essere e fare magia. Di certo prediligo ancora il fare aggraziato del mago con bella presenza cosa che io in primis non ho mai fatto, anche per via del mio primario lavoro che mi ha portato ad essere vestito il 90% del tempo e delle volte nella maniera più strana, anche come un barbone.

Credo di non essere assolutamente nessuno per poter indicare come vestirsi o come esprimersi anzi al contrario dovrei trovare qualcuno che lo insegni a me, ma fortunatamente lascio parlare le mie mani e la mia magia sicuro di non incappare in magre figure.



22_ Secondo te, si può diventare un abile mago anche in età adulta?

Assolutamente sì. Si diventa tanto abili quanto tanto amore e passione si ha per ciò che si vuole imparare.

23_ Come definiresti con una frase o una parola, la Magia?

“Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. ” GOETHE

Vorrei poter dire qualcosa a mie parole sulla definizione Magia, ma credo che per capire cosa voglia dire, basterebbe venire alla sede SMI/UMI in Esperia (FR), e lì troverete il significato della parola Magia secondo il mio pensiero.

24_ In qualità di Presidente esprimi un saluto ai lettori della rivista e ai tuoi amici e collaboratori italiani e spagnoli e … grazie per la collaborazione!

A tutti gli amici lettori dico solo questo:

Non prendiamo un soldo dai nostri sforzi, ma investiamo passione e amore e l’unica maniera per ripagarci e scaricarvi la rivista che è anche gratuita e ricca. E’ il grazie più grande che potremmo avere da tutti voi e magari invece di passarvi il file dite agli amici di iscriversi alla newsletter al sito www.universitamagica. eu e l’avranno ogni volta che esce, in automatico.

A tutti i miei collaboratori nella realizzazione dei progetti come anche questa rivista, non posso che dire GRAZIE a caratteri cubitali perché senza di loro la rivista non avrebbe ripreso vita, per cui grazie a te Silvia Cesarini che dedichi parte del tuo tempo alle interviste che rendono preziosa la nostra rivista. Grazie a Giuseppe De Vincenti che mette corpo e anima nei suoi articoli che impreziosiscono storicamente la rivista; oggi un grazie anche a Roberto Bombassei, inserito da poco, ma che ha riempito la posta elettronica di articoli da qui fino al 3000 di tutorial, idee innovative e tantissimo altro. Grazie al nostro Presidente Damaso Fernandez che ci fornisce idee e routines che inseriamo anche se molto gelosamente dentro questa rivista; grazie a John Mendoza il mio padre magico che ha dato e continua a dare idee scritte di libero utilizzo; e ancora grazie a John Carey che con tutto il materiale donato nel gruppo SMI di Facebook, mi ha permesso di aprire un appuntamento fisso con la sua cartomagia, senza poter definire una fine. 

E tanti altri sarebbero da ringraziare per la fattiva collaborazione tra cui uno in particolare che mi copertinò tutti i numeri della passata edizione, ossia l’amico Fabrini Crisci che saluto e abbraccio con immenso affetto.

Agli amici spagnoli una sola cosa: GRAZIE DI ESISTERE E DI FARCI SOGNARE.





 

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