Matteo Filippini

 


(INTRODUZIONE)

Silvia Cesarini

MATTEO FILIPPINI

“C’è un ragazzo che come me ama … la musica e la magia …” Remake di una nota canzone per dire da subito che Matteo è un’artista poliedrico nel cui cuore pulsano queste due passioni appunto: il rock e la magia.
Entrambe le passioni sono nate dalla curiosità, suscitata la prima dall’ascolto dei grandi gruppi rock, diffusi a partire dalla fine degli anni Sessanta in poi, leader di ascolti e nelle classifiche mondiali e, contemporaneamente, la seconda invece dalla lettura di testi di magia e dall’incontro con personaggi carismatici. Stupore e ammirazione per i protagonisti del panorama musicale e magico, ma anche tanta caparbietà e volontà di raggiungere il proprio obiettivo e di realizzare un sogno da tanti agognato. Dopo essersi diplomato al liceo scientifico, Matteo si è iscritto alla facoltà di paleografia e Filologia Musicale (oggi Facoltà di Musicologia n.d.r.), dell’università di Pavia. Matteo però non ha terminato gli studi e lo spiega così:
”Ho smesso di studiare, perchè ho iniziato a suonare in giro e ho fatto molti lavori diversi”. Poi incontri e confronti hanno aiutato Matteo a crescere professionalmente, a percorrere e costruire un suo percorso personale, sia musicale che magico, privilegiando anche le sue letture e tecniche magiche predilette. Non sempre la vita ci spiana la strada da percorrere e ce la rende facile, ma volontà e costanza MATTEO FILIPPINI
Il cuore diviso tra il Rock e la Magia.
Ciao Matteo, tu sei sempre molto impegnato in tour con grandi artisti di famosi gruppi rock, cui ho accennato nella presentazione, che in passato erano appunto i leader delle hit-parade e infervoravano gli animi di milioni di fans. Ci siamo conosciuti e poi incontrati a vari congressi e, visto che in queste occasioni si va sempre di corsa se si vuol presenziare a tutto, il tempo di parlare è stato sempre poco, però io ho fatto tesoro delle poche cose che mi hai detto. E, andando per ordine
1_ Quello di diventare protagonista sul palco, cioè oltre che appassionato poter essere anche presente al fianco di noti artisti del panorama rock durante i loro concerti, è stato da sempre il sogno di tanti, ma per molti è rimasto solo un sogno. Tu hai frequentato il conservatorio o sei autodidatta?

La musica è sempre stata una grande passione per me, fin da bambino. Capitava che, vedendo alla TV qualche spezzone di concerti di alcuni tra i miei eroi musicali tipo Jimmy Hendrix, Deep Purple, Cream o Led Zeppelin ... rimanessi semplicemente incantato, letteralmente trasportato in un mondo parallelo. Poi durante l’adolescenza ho iniziato ad ascoltare tutti i più grandi classici del rock. Quei dischi sono stati la mia vera e propria palestra musicale ed artistica.
Sono assolutamente autodidatta.




2_ Invece il contatto con i componenti di queste storiche band come è avvenuto, visto che in tanti aspirerebbero ad affiancarli sul palco?

La vita di un'artista non è mai semplice.
Sei costantemente inquieto, alla continua ricerca di qualcosa che spesso non sai nemmeno cosa sia. Spesso anche il rapportarsi con i tuoi simili diviene assolutamente problematico se chi hai di fronte non parla "il tuo linguaggio". E in un mondo fatto di frenesia, ottusità e forte mancanza di valori o di qualsiasi sensibilità umana ed artistica, spesso per “animali” come me è difficile ... Discorsi cupi a parte, devo ammettere di essere stato molto fortunato nel corso della mia vita, almeno artisticamente. Ho infatti avuto la possibilità di suonare e collaborare con alcuni tra i più grandi musicisti rock viventi, tra cui Ian Paice, Roger Glover e Glenn Hughes dei Deep Purple, Bobby Kimball dei Toto e molti altri. Potrai immaginare quante volte mi chiedano come abbia fatto ad entrare in contatto con star del genere.
In realtà non c'è un manuale di istruzioni, si è trattato di circostanze fortunate da una parte e di tanti sacrifici e caparbietà dall'altra.
Ci son cose che non si possono davvero comprare. E sono felice di poter affermare di essere arrivato a certi obbiettivi soprattutto grazie a tanto lavoro.

3_ Da quello che colgo, leggendo i tuoi post o parlando con te, tra voi non c’è solo un rapporto di collaborazione ma anche e soprattutto di amicizia. Parlane visto che queste persone vengono spesso idealizzate, ma scesi dal palco e nella vita reale come sono?

Avendo collaborato con decine di artisti è ovvio che a volte ci si trova benissimo altre volte meno. Purtroppo non ho mai fatto soldi come potrebbe magari pensare la persona qualunque che mi vede su un palco con Ian Paice davanti a una folla sterminata di fans, ragion per cui mi avvalgo della possibilità di suonare solo con le persone con le quali mi trovo veramente bene. E con molte di queste eminenze grigie del rock negli ultimi dieci anni è nato un bel rapporto di amicizia. Ovvio, non ci si sente o ci si frequenta tutti i giorni, ma quando capita di passare del tempo assieme, ci divertiamo sempre un sacco. E posso dire che il novanta per cento dei grandi musicisti con cui suono sono terribilmente più umili di tanti ragazzini che imbracciano una chitarra da tre mesi. Sai quante volte mi è capitato di bere un caffè in un autogrill o mangiare una pizza in compagnia di qualche “mostro sacro” ... anche quando sono stati riconosciuti si son sempre comportati con grande disponibilità.
Qualcosa che tante per così dire "star" di casa nostra dovrebbero imparare, anche se ho poche speranze al riguardo.




4_ Dal rock alla magia: quale è stata la scintilla che ha fatto nascere in te la curiosità prima e la passione poi? A Cremona dove vivi c’è un club magico, sei autodidatta o, come molti fanno, sei andato in un’altra città per frequentare una scuola quindi imparare i segreti della magia?

La passione per la magia è nata più o meno contemporaneamente a quella per la musica.
Come ho già raccontato altre volte é tutta colpa di Carlo Faggi e della sua splendida collana ‘Stupire’. Ricordo ancora quando vidi esposto in edicola il primo numero. Penso che tutti ci siamo avvicinati alla prestigiazione per il trucco, il metodo segreto. In fondo, chi non è curioso di poter venire a conoscenza di un segreto? Il segreto, come concetto astratto, è una cosa meravigliosa e penso che il piacere di venirne a conoscenza sia insito nell'animo umano. Ciò che spesso è fuorviante della magia è proprio ciò che chiamiamo volgarmente trucco ... quante volte ci è capitato di rimanere delusi dopo aver visto come funziona un effetto che magari ci è stato presentato come un miracolo? Questo perché spesso il trucco non è che una minima parte, la meno importante di un effetto magico. Da anni frequento il club magico ‘La Corte dell' Illusione’ di Brescia diretto da Tony Dora e Alex Rusconi. È una bellissima realtà che purtroppo per numerosi impegni non ho la possibilità di frequentare sempre. Con tutti i limiti del caso, il club magico è una straordinaria palestra magica, un'occasione di confronto e riflessione unica nel suo genere.

5_ C’è un genere in particolare che prediligi e in cui ti sei specializzato o, come fanno la maggior parte dei maghi, preferisci solo i giochi con le carte o ti cimenti invece in più ambiti visto che gli attrezzi ad uso dei maghi sono tanti e vari?

Di sicuro mi ritengo un appassionato di close-up. A dire il vero non amo particolarmente le grandi illusioni, le trovo anche noiose a volte. La mia grande passione è la micromagia. Adoro le carte in quanto penso siano un vero spettacolo nella tasca di una giacca, come diceva il grande Arturo De Ascanio, ma ovviamente amo anche molte altre forme di close-up come le monete, palline di spugna, ecc. Se dovessi citare il mio gioco di prestigio favorito ti direi ovviamente i Bussolotti in quanto, come saprai, li studio da anni e sui quali ho effettuato ricerche su centinaia di fonti tra libri e riviste.




6_ Quando ti esibisci preferisci lavorare come solista, quindi unico protagonista sulla scena, o coinvolgere il pubblico?

Non mi esibisco spesso in veste ufficiale.
Spesso infatti le mie esibizioni sono situazioni informali, tipo ad una cena tra amici o simili. Quando mi è capitato di esibirmi sia con il close-up che in scena ho sempre coinvolto il pubblico. Sono un pò un giullare nato e non riuscirei a presentare un numero senza la partecipazione del pubblico. Oppure pensiamo al close-up … come sarebbe possibile non coinvolgere il pubblico a distanza così ravvicinata?
Spesso sono proprio gli spettatori e le loro reazioni di stupore la vera magia della micromagia!

7_ Qual’è il mago italiano che ti ha colpito di più e del quale hai studiato tecniche e giochi?

Tra gli stranieri invece qual’è quello che preferisci come stile e inventiva applicata appunto alle tecniche e ai giochi ?
A parte i grandi maestri italiani come Silvan, Binarelli o Alexander, che penso abbiano influenzato qualunque appassionato di magia italiano, un artista che amo moltissimo è Aurelio Paviato, il primo ad aver portato il close-up nella televisione italiana. Aurelio ha una cultura magica eccezionale e un'attenzione maniacale nei confronti dei dettagli. E spesso sono proprio i dettagli a far la differenza! Per non parlare della sua disponibilità veramente unica. Più volte gli ho scritto ed ha sempre risposto con grande disponibilità appunto e umiltà. Tra gli artisti internazionali, adoro alcuni grandi maestri del passato come Dai Vernon, Charlie Miller, Ted Annemann, Fred Kaps e la lista potrebbe divenire chilometrica!
Altri artisti che mi hanno profondamente influenzato sono Aldo Colombini, Roberto Giobbi, Juan Tamariz, Dany DaOrtiz, Woody Aragon, Johnny Thompson, Daryl e Arturo De Ascanio.




8_ Io sono un’appassionata di libri come te e, in una conversazione con Giobbi sui libri appunto, tu hai
parlato della collezione che hai nella tua biblioteca magica personale.
Poi, incuriosita, mi hai raccontato essere considerevole e la sua storia.
Parlane di questa tua predilezione per i libri e come questa tua collezione ha avuto vita ed è cresciuta e soprattutto cosa questi libri rappresentano per te.

Sì mi ricordo di quella serata io, te e Roberto.
I libri sono fondamentali per l'apprendimento magico. E mai come oggi lo sarebbero. Sembra esser diventato tutto così sterile, tutto basato su Youtube,
DVD, tutorial, ecc. Il libro già di per sé è un oggetto veramente affascinante, magico.
E la cosa straordinaria è che, contrariamente ai video, lascia spazio al sogno e all'immaginazione di chi lo studia, permettendo di far uscire la personalità dell'artista che è in noi. I video sono utilissimi per quel che riguarda il timing di un effetto magico, ma si corre il rischio di imparare la lezioncina a pappagallo, copiando per filo e per segno un artista nella sua personale interpretazione di un gioco. Nel corso degli ultimi venti anni ho raccolto molti libri magici. Dai fondamentali classici come il ‘Tarbell’, ‘Greater Magic’, ‘Modern Magic’ fino a capolavori moderni come i ‘Card College’ o ‘Sinfonia In Mnemonica Maggiore’. Ad oggi annovero centinaia di libri, sono rimasto un prestigiatore assolutamente normale, ma adoro crogiolarmi e ricercare, ogni volta che posso, tra i tesori di quelle vecchie pagine. Penso che la ricerca nella prestigiazione sia fondamentale. Torniamo ai libri, ragazzi. Quanti meravigliosi segreti racchiudono!

9_ Tu hai già pubblicato dei libri, sia in formato cartaceo che ebook. Riguardano maghi del passato, tecniche con attrezzi particolari o altro? Ne hai altri in programma?

Ho scritto un libro bio/bibliografico sul grande Dai Vernon, uno dei più grandi maestri mai esistiti, del quale adoro il pensiero magico e la straordinaria attenzione ai dettagli. Poi ho scritto due libretti, uno dedicato ad una routine di Bussolotti, l'altro invece ad una routine con la Chop cup. Inoltre ho decine di block notes sui quali annoto da anni ogni cosa che catturi la mia attenzione: ricerche su un particolare argomento, idee, riferimenti bibliografici, tecniche e varianti, routine, ecc. In effetti ho in testa alcune idee che vorrei sviluppare in futuro, vedremo. Ora il mio progetto principale è finire il libro sul gioco dei Bussolotti. È un lavoro impegnativo, ma so che mi darà grandi soddisfazioni.




10_ In questi ultimi due anni sei stato molto impegnato con una serie di conferenze e workshop in Italia e ne stai preparando altre.
Parlaci di cosa si è trattato, se vertevano cioè su un argomento specifico, come hai vissuto l’attesa di questi eventi e se le aspettative sono state corrisposte.

Ho tenuto una conferenza workshop esclusivamente dedicata ai Bussolotti in quanto ritengo siano una palestra magica inimitabile. Come ripeto spesso, anche se non si ha intenzione di aggiungerli al proprio repertorio, i Bussolotti andrebbero studiati in quanto racchiudono molti dei principi magici più importanti! A marzo del 2014 ho tenuto un workshop di cinque ore presso lo splendido complesso Unicorn di Anzio, vicino a Roma. Poi ho tenuto altre conferenze in giro per l’Italia e ne sto appunto preparando altre per il prossimo autunno all’estero e, non appena finirò di redigere le note di conferenza in italiano, inizierò a tradurle in inglese.

11_ Una tua personale definizione dell’Arte Magica!

Personalmente Magia è poter fuggire ogni giorno in un angolo in cui è ancora tutto incantato e colorato. Grazie al cielo che c'è la Magia!

12_ In finale d’intervista chiedo sempre di esprimere un pensiero sullo S.M.I. e di rivolgere un saluto ai lettori della rivista.

Anzitutto ringrazio te e lo S.M.I. per avermi onorato di questa intervista. Lo S.M.I. é una bella realtà di condivisione magica con alcuni eccellenti prestigiatori e amici.
Ho inoltre collaborato con qualche mio scritto per la rivista che presenta contenuti di spessore. Auguro a tutti i lettori di poter continuare a coltivare la prestigiazione con gioia e passione, sia essa una professione o semplicemente un hobby.

(FINALE)

Matteo è davvero un’Artista a 360 gradi: musicista, prestigiatore, scrittore … ed anche un appassionato collezionista di libri tanto da avere una biblioteca invidiabile!
Ma la passione fine a se stessa non porta a conseguire risultati né gratificazioni personali ma solo a soddisfare il proprio ego, mentre dalle parole di Matteo si evince una conoscenza accurata e approfondita della lettura dei testi dei grandi Maestri del passato. Il fascino di sfogliare i libri e di carpirne i meravigliosi segreti racchiusi tra le righe e anche di prendere appunti per fissare ogni cosa che “catturi” la sua attenzione da cui prendere spunto per nuove ricerche. Questo dovrebbe essere di esempio per i giovani apprendisti maghi ma in generale per tutti. Al contrario di chi ama il palcoscenico, Matteo preferisce il contatto diretto col pubblico e predilige il close-up alle grandi illusioni che trova noiose, forse perchè ora sono in tanti a farle e tendono a sembrare simili e non trasmettono le grandi emozioni che il pubblico, a stretto contatto, con il suo calore e stupore invece ti trasmette. I libri poi Matteo non solo li colleziona ma ne ha già scritti e altri ne sta preparando.
Senza dimenticare che ad affiancare tutto questo c’è anche la sua vita di musicista guadagnata grazie a tanto lavoro e costante impegno. Matteo le definisce con affetto “eminenze grigie” ma questi artisti del panorama musicale mondiale, come ad esempio alcuni membri della band “Deep Purple”, sono diventati come una compagnia di amici, pur non vivendo vicini e non frequentandosi tutti i giorni, con cui condividere non solo il palco ma anche appunto un rapporto sincero di amicizia.
Visto che il tema è la musica, unica nota stonata è invece l’atteggiamento di tante “star” italiane che ne avrebbero invece da imparare in quanto a disponibilità e un pizzico di umiltà!
Auguri per tutta la tua intensa attività: dai libri che stai scrivendo, alle tue idee e ai tuoi progetti, alle tue conferenze future e a quant’altro riempi e sazi il tuo spirito pieno di passione per la Musica e la Magia!
Grazie Matteo per aver trovato il tempo di rispondere alle mie domande nonostante i tuoi intensi impegni e in bocca al lupo per il tuo lavoro attuale e in divenire.!!!!

Silvia Cesarini


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