Elementi di storia della Magia!
Elementi di Storia della Magia
a cura di Giuseppe De Vincenti
La prima testimonianza di un effetto magico
La prima testimonianza attendibile di una vera e propria esibizione magica, con l'unico scopo quindi di stupire ai fini dell'intrattenimento, risale all'antico Egitto. Nel 1823 fu riportato alla luce il papiro di Westcar (Il Papiro Westcar è un antico papiro egizio frammentario contenente un ciclo di cinque storie relative a sortilegi realizzati da preti e maghi. Ognuna di queste storie è stata raccontata alla corte del faraone Khufu dai suoi figli) datato intorno al 1700 A.C. nel quale erano descritte diverse esibizioni di maghi e giocolieri risalenti al 2600 A.C., nel periodo in cui l'imperatore Cheope faceva costruire la piramide di Giza. L'esibizione più sorprendente che viene descritta è quella eseguita dal mago Dedi che fu invitato alla corte di Cheope e realizzò un trucco di decapitazione. Dopo essersi rifiutato di compiere il gioco con uno schiavo offertogli dall'imperatore prese un'oca e la decapitò lasciando la testa e il corpo ben distanti tra loro; incredibilmente le due parti continuarono a muoversi e in fine Dedi le riunì riportando l'oca nelle sue originarie condizioni. Alla richiesta del re Cheope, Dedi ripeté il trucco anche con un pellicano e un bue. Comunque sia nel papiro non c'è alcuna traccia del metodo che possa essere stato usato per compiere questa illusione e oggi possiamo fare solo delle supposizioni: Dedi avrebbe potuto conoscere l'ipnosi sugli animali, usare la manipolazione e soprattutto potrebbe aver sfruttato l'ignoranza e la superstizione del suo pubblico come spesso è avvenuto in tutto il passato. Nella civiltà primitiva la magia veniva praticata (ma avviene anche ai giorni nostri) da sciamani, stregoni, guaritori creduti capaci di sottomettere le forse degli spiriti a beneficio (ma anche il contrario). Un esame attento dell’operato di queste persone mette in risalto l’uso “grezzo” della prestidigitazione e dell’arte di manipolare gli oggetti, se qualche cosa non funziona si dava e si dà, tuttora, la colpa a qualche forza superiore o alla scarsità di fede di chi ascolta. Altro esempio sono i guaritori Filippini che estraggono pezzi di carne, tumori e altro dal corpo dei pazienti, il tutto a mani nude.
Sempre nell’antico Egitto dobbiamo attingere per trovare le prime testimonianze del gioco dei Bussolotti, il primo effetto magico di cui si abbia traccia. In una pittura murale, risalente al 2500 A.C. (all’interno della tomba di Beni Hassan) sono raffigurati due uomini, inginocchiati, intenti ad eseguire il gioco dei Bussolotti. Nonostante siano passati tanti anni questo effetto è ancora tra gli effetti eseguiti dai prestigiatori di tutto il mondo. Il gioco dei bussolotti ha messo in difficoltà molti antropologi sulle origini dell’effetto fino a pensare che sia stata una sorta di invenzione comune. Il filo conduttore che unisce le varie versioni è sempre la stessa, tre palline e tre contenitori che a secondo del paese dove si ci trova cambia: dalle tazze da the e palline e ciliegie per i cinesi ai piattini fondi in Giappone con palline di seta. I Turchi che usano bicchieri di legno agli Indiani che usano dei contenitori piccoli con una specie di manico in cima. Fino ad arrivare in Europa dove si usano dei bicchieri in metallo (a volte incisi e decorati) e delle palline rivestite di lana. Ovviamente il finale è sempre fatto per stupire, dall’apparizione di frutta a piccoli animali a palline più grandi di quelle usate fino a quel momento. Dal gioco dei bussolotti deriva (probabilmente per una facile “sparizione” in caso di arrivo della polizia) il gioco delle campanelle conosciuto come “The Three Shell Game”. In questo caso una sola pallina viene usata, coperta con una campanella o guscio di noce e lo spettatore/scommettitore deve indovinare dove si trova. Inutile dire che l’esecutore è sempre in grado di controllare la pallina e se si vince e solo per uno scopo bene preciso. Fino ad arrivare al gioco delle tre carte, una carta vince e due perdono. Anche questo effetto ha visto le variazioni più strane ma sicuramente l’ultima versione che ho avuto modo di vedere prevede l’uso di tre assicelle di legno con un elastico intorno, quello da trovare ha un pezzetto di pacchetto di sigarette o atro incollato sul fondo. Per vedere un miglioramento della posizione sociale dei prestigiatori bisogna attendere il diciottesimo secolo, le fiere e le feste di paese rimangono i loro spazi importanti ma in contrapposizione comincia a farsi strada un'altra idea. Iniziano a prendere in affitto gli spazi al coperto e stabiliscono dei prezzi per i loro spettacoli, questo portò all’innovazione sia dal punto di vista tecnico (allestimenti, attrezzi ecc.) sia dal punto di vista pratico con nuovi giochi e nuove “diavolerie” per stupire i propri spettatori, lasciando però i loro cavalli di battaglia tipo i bussolotti.
Uno dei suoi effetti preferiti è quello dove da un piccolo sacchetto, mostrato vuoto, estraeva quantità di monete d’oro o piccole uova (come mostra la figura), quello che sarebbe diventato “Egg Bag” il classico sacchetto dell’uovo dei nostri giorni. A riprova della sua fama e relativa ricchezza accumulata nel tempo, al momento della sua morte lasciò una ricca eredità. Un giornale dell’epoca, il “Journal” parlò di una sua esibizione avvenuta in una famosa taverna.
L’interesse per la scienza riporta alla ribalta l’interesse per gli automi. A cavallo del 18esimo secolo l’ingegnere Winstanley fu il primo (in un teatro presso Hyde Park ribattezzato in seguito Whater Theatre) si esibiva con i suoi attrezzi magici, il più famoso era “The Wonderfull Barrel” il barile meraviglioso in grado di fare uscire acqua, olio, vino, birra ecc. basato sull’invenzione di Jacques Bresson che aveva preso spunto da un idea di Erone di Alessandria. Ma la cosa che affascinava di più erano gli automi. La prima persona a creare automi fu Archita di Taranto, matematico e fisico della prima metà del quarto secolo, creò un cervo e una colomba in grado di volare. Bisognerà arrivare al 1700, per l’esattezza al 1735 dove J. Vaucanson creò delle statue in grado di suonare il flauto e il tamburo, ma il suo punto culminante lo si deve alla nascita di Robert Houdin.
Il più celebre tra gli automi dell’epoca c’è sicuramente il giocatore di scacchi. Creato nel 1769 dal Barone Von Kempelen, venne presentato alla corte di Maria Teresa d’Austria. Era in grado di giocare e battere tutti coloro che lo sfidavano, spazientendosi a volte se la mossa dello sfidante tardava ad arrivare o buttando per aria le pedine degli scacchi in caso di una scorrettezza. Molti provarono a dare una spiegazione di questa meraviglia meccanica, Henri Decremps (giurista, matematico e diplomatico francese) e Robert Houdin diedero la loro versione ma troppo fantasiosa. L’unica soluzione “fattibile” la si deve a Freither Racknitz che descrisse accuratamente (con disegni esplicativi) come potesse nascondersi una persona all’interno che abilmente si nascondeva a seconda di come veniva aperto il tavolo dove sedeva il giocatore.
My name your name
La paternità di questo effetto non lo ricordo, un grazie all’autore e comunque dovuto. Un effetto semplice ma molto buono che non mancherà di stupire il vostro pubblico.
Effetto:
Una carta scelta viene perduta nel mazzo, dopo avere mescolato il prestigiatore compita il suo nome e trova la sua carta scelta. Compita il nome dello spettatore e trova la carta scelta dallo spettatore. Fine dell’effetto.
Preparazione:
Nessuna
Esecuzione:
Mescolate il mazzo di carte e fatene scegliere una allo spettatore, con la tecnica che preferite controllatela sulla cima del mazzo (salto, doppio taglio ecc.) ora girate il mazzo a faccia in alto ed eseguite un miscuglio nel cavo della mano facendo scorrere le carte una alla volta, compitando mentalmente il nome dello spettatore (Gigi) e aggiungete quattro carte. Ora proseguite In questo caso Vincent (7 LETTERE) conto mentalmente 7 carte e ricordo l’ottava. Portate tutte queste in cima al mazzo e proseguite facendo il miscuglio, nel cavo della mano, senza alterare l’ordine che avete appena eseguito, semplicemente mescolate la parte del fondo del mazzo rimettendole sul fondo.
Ora poggiate la carte sul tavolo e dite allo spettatore che trovare una carta è una cosa complessa, ma questa volta userete il suo nome per trovare la sua selezione. Riprendete il mazzo e dite “se volessi trovare la mia carta preferita, il 5 di fiori (supponiamo sia questa la carta che avete caricato) basta fare il mio nome: Vincent.
Cominciate a mettere sul tavolo le carte, compitando il vostro nome V-I-N-C-E-N-T- e girate l’ottava carta e mostrate come sia il 5 di fori, compitate il nome dello spettatore G-I-G-I e girate la quinta carta, sarà la carta scelta da lui. Fine dell’effetto.
L’effetto è “semplice” e facile da eseguire giusto un Opener per cominciare con delle cose più toste, questo ha un duplice vantaggio: 1) vi fa rilassare cercando di capire chi avete davanti e aggiustando il “tiro” per le cose che farete in seguito; 2) vi fa mettere nella condizione giusta per eseguire il resto della vostra esibizione
Spero vivamente che questi effetto vi piaccia, fino alla prossima statemi bene.
Giuseppe De Vincenti
Commenti
Posta un commento